Aggiornamento: 09-02-2018
Visti i commenti ricevuti sinora sul dibattito correlato “Batterie europee?”, la Redazione propone una prima bozza di Consensus sulla tematica in esame. Tutti i partecipanti alla Piattaforma sono invitati ad esprimere il proprio apprezzamento o le proprie critiche a quanto proposto, al fine di raggiungere una posizione il più possibile condivisa.
PROPOSTA DI CONSENSUS – 9 FEBBRAIO 2018
La filiera delle batterie prevede numerose fasi, dall’estrazione dei materiali grezzi, alla realizzazione dei materiali attivi, alla fabbricazione delle celle, al loro utilizzo (come first-life e come second-life) e al riciclaggio. A oggi in Italia non sono presenti realtà industriali affermate nel campo della realizzazione di celle al Litio, oggetto di particolare attenzione da parte della Battery Alliance, ma solo piccole start-up, né fino ad ora i costruttori di veicoli nazionali hanno espresso forte interesse in questo mercato.
Risultano invece presenti importanti soggetti attivi nella sperimentazione di utilizzi innovativi dei sistemi di accumulo, così come realtà focalizzate nella ricerca, sviluppo e produzione di tecnologie di accumulo alternative al litio. L’Italia ha inoltre una posizione di leadership in Europa nel campo del riciclaggio e del trattamento rifiuti.
Nell’ambito della Battery Alliance, l’Italia deve puntare a valorizzare le proprie imprese attive nel campo della ricerca e degli utilizzi innovativi e a ritagliarsi un ruolo di leadership nel campo del riciclo e riuso dei sistemi di accumulo.
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9 Commenti su "BATTERIE EUROPEE? – CONSENSUS BUILDING"
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Focus sull’evoluzione tecnologica delle batterie al litio:
La produzione delle batterie ha un ruolo importante nel determinare le prestazioni ambientali dei veicoli elettrici. Ad incidere in maniera significativa sono, tra le altre cose, i consumi energetici per la produzione delle batterie stesse. Produrre le batterie in Europa di fatto vuol dire utilzzare un mix energetico più sostenibile e migliorare le prestazioni ambientali dei veicoli elettrici (si veda ad esempio il recente lavoro RSE http://www.rse-web.it/documenti/documento/316409)
Inoltre, avere una filiera europea permetterebbe di avere un controllo su gli impatti del ciclo di vita delle batterie per garantire che i veicoli elettrici siano effettivamente un passo verso un’economia più sostenibile.
Focus sulle batterie a stato solido:
http://www.ilsole24ore.com/art/motori/2017-12-13/batterie-stato-solido-cosa-sono-e-perche-sono-futuro-auto-elettriche-120746.shtml?uuid=AEYS7dRD
Le rassegne stampa riportano quasi quotidianamente sviluppi tecnologici nel settore dei sistemi di accumulo elettrochimici, dalle batterie a stato solido agli anodi di silicio, dalle applicazioni di grafene e nanotubi di carbonio alle batterie litio-aria. La tecnologia sembra quindi lontano dall’essere matura, per cui potrebbero esserci opportunità anche per la ricerca e, a seguire, per l’industria italiana. Il governo britannico, ad esempio, ha stanziato 246 milioni di sterline nei prossimi 4 anni per la ricerca sulle batterie (https://www.gov.uk/government/news/leading-the-world-in-battery-technology-apply-for-funding). E l’Italia?
A mio parere va verificata l’effettica possibilità di colmare il gap, prima di disperdere risorse nella rincorsa forse si potrebbe decidere di orientarci su tecnologie alternative a quelle delle batterie prodotte in Asia
Teniamo conto della capacità del sistema italiano di esprimere innovazione anche se non abbiamo grandi imprese manifatturiere in questo settore
L’incontro del 11 ottobre voluto da Šefčovič ha visto la partecipazione soprattutto delle maggiori case automobilistiche tedesche e francesi e di altri portatori dinteresse. L’Italia non aveva rappresentanti ne dell’industria ne del governo.